(CAVALIERI MARVEL)
N° 101
SFIDE
1.
Nell’isola caraibica di Isla Suerte
Lindsay McCabe si ferma davanti all’ingresso di un ristorante come se fosse
indecisa se entrare o no. Un cameriere le si avvicina dicendo:
-È
un piacere rivederla da noi, Miss McCabe. Desidera cenare?-
-Sto
aspettando la mia amica.- risponde prontamente lei -Nel frattempo mi porti un
Cuba Libre. Mi metterò in quel tavolo lì.-
Dalla sua posizione Lindsay può
osservare il tavolo dove Charlotte Whitter siede assieme ad un uomo
indubbiamente latinoamericano dalla carnagione olivastra, lunghi baffoni neri,
occhi coperti da occhiali da sole a specchio e l’aria pericolosa, molto pericolosa.
La donna è nota come Regina Ragno ed è una supercriminale ricercata negli Stati
Uniti ed una nemica della compagna di lavoro e di vita di Lindsay: Jessica
Drew, che oltre ad essere un’investigatrice privata è anche la supereroina
chiamata Donna Ragno. È stata lei a riconoscere Charlotte Witter ed è andata a
recuperare il suo costume mentre Lindsay tiene discretamente d’occhio la donna
ed il suo amico.[1]
I due finiscono di cenare e si
alzano dal tavolo. L’uomo si ferma un momento e si gira verso Lindsay e per un
attimo la bionda investigatrice prova un brivido di paura, poi l’uomo le volta
la schiena e se ne va.
Lindsay aspetta qualche istante poi
si alza a sua volta e dopo aver lasciato una banconota sul tavolo prenda a
seguirli.
Non si accorge che un uomo sui
trent’anni dai capelli ed occhi castani si stacca dal bancone del bar e si
mette alle sue calcagna.
In
un’arena della capitale del Wakanda, in Africa, due donne ed un uomo che
indossano varianti del costume della Pantera Nera si fronteggiano. La posta in
palio è il trono del Wakanda e con esso il ruolo di Pantera Nera. Sia Shuri,
sorella minore di T’Challa, il sovrano che ha abdicato, che Khanata e M’Koni,
entrambi suoi cugini, sono determinati a vincere.
È
Shuri a fare la prima mossa. Sempre troppo impaziente pensa Khanata mentre le
afferra una caviglia ed usa il suo slancio per sbatterla contro M’Koni.
Nel palco d’onore la Regina Vedova
Ramonda ha un fremito nel vedere sua figlia trattata in quel modo. Seduta al
suo fianco una donna dal fisico imponente e di poco più anziana di lei le dice:
-Non è ancora finita.
Le mie allieve sono più dure di quanto appaiano... come lo ero anch’io alla
loro età. Questa contesa potrebbe vedere per la prima volta una donna
proclamata Regina e nuova Pantera Nera.-
-Non è ancora finita
Zuni.- ribatte il Reggente S’Yan -Per ora Khanata è in vantaggio.-
-Per ora, cugino, per
ora. - replica la donna di nome Zuni -Ma non è ancora finita. Io dico:
aspettiamo e vedremo.-
Nel
piccolo Stato europeo del Lichtenbad e precisamente nel castello dimora del
Duca Regnante, la ragazza nota come Cigno Nero, il cui vero nome è Nina McCabe,
si muove circospetta.
Evitare
le guardie, scivolare tra le ombre, confondersi con esse è un gioco da ragazzi
per lei. Alla fine è negli appartamenti del Duca Klaus II. Da dietro una porta
sente arrivare delle voci:
-Questo è uno Chateau Lafite del 2008, una
Francese come te dovrebbe apprezzarlo, mia cara.- voce di uomo, tra i venti e i
trent’anni. Il Duca?
-Non sono una grande bevitrice ma ne accetterò
un assaggio.- donna, forse della sua età.
È la Spadaccina, Nina
ne è convinta. Continua ad ascoltare.
-Quella ragazza… il Cigno Nero, che ne farai,
Klaus?-
-Credo che sia ricercata per vari omicidi in
più di una Nazione, farò in modo che sia estradata in una nazione senza pena di
morte.-
-Molto gentile da parte sua, Altezza.-
La
voce di Nina giunge improvvisa al giovane dai capelli biondi ed alla ragazza
dai capelli castani che spalancano gli occhi dallo stupore.
-Come… come è entrata qui?- chiede il giovane
Duca.
-È stato più facile che uscire dalla prigione.-
replica sorridendo Nina -Avrei potuto uccidervi entrambi senza che ve ne
accorgeste ma non avrei avuto la risposta alla domanda che mi tormenta: come
facevate a sapere del mio arrivo?-
-Lo saprai quando sarai di nuovo in catene!-
esclama la Spadaccina estraendo la sua lama e puntandola contro Nina.
Una
scarica di energia esce dalla punta ma Cigno Nero la evita con facilità. Spicca
un balzo e fa una capriola a mezz’aria ricadendo dietro la sua avversaria.
La
Spadaccina si gira di scatto per trovarsi un pugnale tantō contro la gola.
-Prima mi hai sconfitto perché io l’ho voluto.-
afferma l’Americana -Ora avrei potuto ucciderti se avessi voluto.-
-Avresti dovuto farlo.- replica la ragazza
francese.
Con
un rapido movimento solleva la spada e disarma la sua avversaria colpendola al
polso di piatto.
-Ora le parti sono invertite.- dice con
evidente soddisfazione.
2.
Monica
Lynne canta, con tutta la passione di cui è capace, un vecchio pezzo di Billie
Holliday e quando ha finito decide di prendersi una pausa.
Il
locale è pieno e lei non può non provare un moto di orgoglio perché è anche
merito suo. Certo non è molto soddisfatta dell’idea di lavorare per un uomo
come Morgan che è implicato in buona parte degli affari illegali di Harlem ma
l’offerta era troppo allettante per rifiutarla.
Monica raggiunge il bancone del bar
e vi si appoggia dicendo:
-Fammi un Jack
Daniels doppio, Will, liscio.-
-Ai tuoi ordini
Monica.- replica il barista.
-Posso offrirglielo
io? In ringraziamento per una splendida performance.-
Al suono di quella voce maschile
Monica si volta, pronta ad affrontare il solito seccatore che sta tentando di
abbordarla. Quello che si trova davanti è un afroamericano tra i trenta e i quarant’anni
dal fisico muscoloso e l’aria del duro anche se ora sta sorridendo. Capelli
crespi con un’acconciatura vagamente afro e folti baffi, veste uno spezzato ed
è senza cravatta. Ha un’aria familiare ma Monica non riesce a ricordare dove
potrebbe averlo visto.
-Non sono quel che
crede, Miss Lynne.- continua l’uomo -Volevo davvero solo congratularmi con
lei.-
-La ringrazio per i
complimenti e per il drink, Mr…?-
-Brown, Abraham
Lincoln Brown, Abe per gli amici. Ho una palestra di arti marziali nel Bronx con
altri due amici -
-Abe Brown? Il suo
nome mi è familiare ma non ricordo che ci siamo mai incontrati.-
-Conoscevo il suo
fidanzato, T’Challa, sono anche venuto alla vostra festa di fidanzamento
assieme ai miei due soci Bob Diamond e Lin Sun.-
-I Figli della Tigre,
ma certo! Siete abbastanza famosi da queste parti come a nord dell’Harlem
River. Si dice che le gang si tengano alla larga dal vostro quartiere dopo che
avete dato loro una spazzolata.-
Abe Brown si stringe nelle spalle.
-Non è stato granché
in fondo. Quei tipi non sono poi così tosti con chi si sa difendere.- dice.
Una breve pausa poi aggiunge:
-Ho saputo di
T’Challa, mi dispiace.-
-Grazie. Si vede che
era destino che non diventassi una regina. Forse è stato meglio così. Sono
meglio come cantante.-
Monica finisce il suo whisky e poi
si rivolge ancora al barista:
-Fammene un altro
Will.-
Abe Brown la osserva in silenzio.
L’uomo
dai capelli castani che indossa una T shirt e dei jeans si guarda intorno.
Dov’è finita la ragazza? Si chiede La risposta arriva pochi istanti dopo quando
Lindsay McCabe esce da un vicolo puntandogli contro una Beretta M92 calibro
.22,
-Chi sei e perché mi
stavi seguendo?- chiede in tono duro la ragazza.
Lui alza le mani e dice:
-Le autorità di Isla
Suerte sanno che lei porta una pistola nella borsetta Miss McCabe?-
-Serve per difesa
personale, è regolarmente registrata e so usarla benissimo. Adesso rispondi
prima che perda la pazienza: chi sei e perché mi seguivi?-
-Una risposta alla
volta: mi chiamo Richard Mason e sono uno dei buoni per così dire. Mi pagano
per rovinare le operazioni del boss della donna che stava seguendo.
-E che tu mi hai
fatto perdere. Adesso dimmi: chi sarebbe questo fantomatico boss?-
-Ha mai sentito
parlare di Tarantula Nera?-
È
stato un viaggio lungo e per certi versi avventuroso ma Elektra ha raggiunto
quello che nel gergo militare e dei servizi segreti è chiamato punto di
esfiltrazione.
Non deve attendere a lungo: un
elicottero Sikorsky Blackhawk si avvicina rapidamente e scende sin quasi a
livello del suolo senza atterrare. Un portello si apre ed Elektra non perde
tempo a balzare all’interno. L’elicottero riprende quota e si allontana
rapidamente.
-È arrivata sin qui
viva, non ci avrei scommesso un centesimo.- dice un uomo alto magro come un
chiodo dai capelli biondastri -Le storie su di lei sono vere.
-Uccidermi non è
facile.- ribatte Elektra.
--L’ho so. Ho visto
il filmato che ha inviato all’Agenzia.[2]
Un lavoretto pulito nonostante gli ostacoli.-
-Mi avete pagato per
questo e a proposito…-
L’uomo sogghigna e replica:
-Il resto della somma
concordata le è stato accreditato sul conto da lei indicato non appena abbiamo
ricevuto il filmato, può controllare se vuole.-
-Lo farò più tardi.-
replica Elektra -Ora voglio solo riposare. Quanto durerà il viaggio?-
-Non molto. La
porteremo sino a Tel Aviv e da lì prenderà un volo per gli Stati Uniti. Abbiamo
preparato documenti falsi ed abiti. Troverà tutto in una casa sicura. Immagino
che vorrà riposare un altro po’ e farsi una doccia prima della partenza.
Elektra quasi non l’ascolta. Si
siede e chiude gli occhi. I suoi pensieri vagano e si chiede come se la stia
cavando Nina McCabe. È la cosa più simile ad una figlia che probabilmente avrà
mai e le vuole davvero bene, è forse l’unico essere umano per cui prova
sentimenti di autentico affetto dai tempi di Matt Murdock. Non avrebbe voluto
coinvolgerla nella sua vita violenta e men che meno che seguisse le sue orme
come assassina ma ormai è tardi per i rimpianti, forse lo è sempre stato.
2.
Sono
seduti al tavolo di uno dei tanti bar per turisti di cui Isla Suerte è piena.
Lindsay McCabe continua a guardare con diffidenza l’uomo che ha detto di
chiamarsi Rick Mason. Jessica Drew, d’altra parte, sembra più rilassata. Aveva
da poco recuperato il costume da Donna Ragno quando ha ricevuto il messaggio
con cui Lindsay le chiedeva di raggiungerla nel locale ed ora, con il costume
nascosto nella sua ampia borsa, si rivolge all’uomo seduto davanti a lei;
-Rick Mason? Il tuo
nome non mi è nuovo ma non ricordo perché.-
-Sono stato in molti
posti e non in tutti ho lasciato un buon ricordo.- si schermisce lui.
-Non lo lascerai
nemmeno a me.- replica Lindsay -Mi hai fatto perdere le tracce di Charlotte
Whitter e del suo amico e non te la perdono.-
-il suo amico si chiama
Domingo Guzman ma voi lo conoscete meglio come Tarantula.-
A quel nome Jessica si irrigidisce
essi limita a dire:
-Continua.-
-Non c’è molto altro
da dire… a parte che non ho affatto fatto scappare Charlotte Whitter e Guzman.
So esattamente dove erano diretti e posso ritrovarli quando voglio.-
-Lindsay ha detto che
le hai accennato a Tarantula Nera. Ho avuto a che fare con lui a San Francisco.
Tu che ne sai?-
-So che l’attuale non
è quello che hai conosciuto tu. Il giovane Fabian LaMuerto ha ceduto i suoi
poteri al cugino Luis ed è tornato ad essere un normale ragazzino.[3]
So che Tarantula e la Regina Ragno sono i suoi luogotenenti e che lei è anche
la sua amante. So anche che ha una villa proprio qui a Isla Suerte ed è proprio
lì che si trovano tutti adesso.-
-Sai un sacco di
cose.- commenta Lindsay.
-È essenziale nel mio
lavoro.- replica Mason.
-E il tuo lavoro
sarebbe?-
-C’è gente che ha dei
problemi che non può o non vuole risolvere personalmente per vari motivi ed
allora chiama me perché li risolva.-
-Un mercenario…
magari un assassino.-
-Ho ucciso ma solo
per legittima difesa e non me ne vanto.-
-Ho un conto aperto
con la Regina Ragno.- interviene Jessica -Come possiamo entrare in quella
villa?-
-Ha più difese di
Fort Knox.- spiega ancora Mason -Nemmeno la Donna Ragno ci riuscirebbe
facilmente.-
Vedendo l’espressione sul volto
delle due donne Rick Mason sorride ed aggiunge rivolto a Jessica:
-Sì, so anche questo.
Non è stato difficile se sai cosa cercare. Tempo fa ho avuto accesso a certi
schedari dell’Hydra e c’era un dossier su di te che ho provveduto a cancellare.
Tornando alla tua domanda, se ci sarà bisogno di penetrare nella villa, ho due
infiltrati all’interno che ci aiuteranno ma se quello che volete è un
confronto, basterà aspettare stasera. Luis LaMuerto ed il suo piccolo entourage
sono soliti scendere ad uno dei casinò per rilassarsi giocando forte, molto
forte. Se nelle vostre capienti valigie vi siete portate dietro anche un abito
da sera, è il momento di tirarlo fuori.-
Quando Thomas Chalmers entra nel
Centro per Donne Maltrattate Maria Stark non è sorpreso di trovarci Jody
Casper, ormai ha capito quanto è coscienzioso quel giovanotto, quel che
veramente lo sorprende è che ci sia Okoye. Con indosso una semplice camicetta e
dei jeans e con i capelli tirati su e raccolti a formare una crocchia non
assomiglia davvero alla spietata arciera in abitino aderente della sera
precedente. Per fortuna non ha messo gli occhiali.
-Salve Tom.- lo
saluta Jody -Sono lieto di vederti qui.-
-Volevo
rendermi conto personalmente della situazione.- spiega Chalmers.
-Beh,
la situazione è decisamente seria: una ventina di donne, quasi tutte minorenni,
parecchie davvero molto giovani, costrette a prostituirsi.-
-E
tutte sono state violentate e picchiate ripetutamente.- interviene Okoye.
-Scusa
Tom…- dice, contrito, Jody -Lei è Dora Milton, lavora qui.-
Dora Milton? Decisamente Okoye ha
meno fantasia di lui nello scegliersi i nomi.
-Sono
felice di conoscerla Miss Milton.-
Chalmers le porge la mano e dopo
un attimo di esitazione lei la stringe.
-Anche
per me è un piacere m…Mr. Chalmers.-
Stabilito che avrebbero fatto
finta di non conoscersi per salvaguardare le rispettive identità segrete, un
pensiero che lo fa sorridere, lui prosegue con le domande:
-Adesso
che ne è di quelle donne?-
-La
Polizia e l’F.B.I. le stanno interrogando con l’assistenza di alcuni psicologi
ma non è una cosa facile.- risponde Jody -Parecchie vengono dall’Europa
dell’Est o da più lontano, Asia e Africa, ed è stato necessario trovare degli
interpreti. Ho provato a parlare con loro ma ripensandoci, è stato un errore.
Erano diffidenti solo perché sono un uomo, temo. Sono traumatizzate e scattano
al minimo rumore.-
-Hanno
ancora paura. Pensano di non essere davvero al sicuro e forse non hanno torto.-
-Pensi
veramente che oserebbero attaccare questo posto per riprendersi quelle donne?-
È Okoye, anzi Dora Milton a
rispondere:
-Sono
belve e conoscono solo la violenza. Pensano che quelle donne siano di loro
proprietà e possono farne quello che vogliono.-
-Credo
che lei abbia ragione Miss..-
A parlare è stata una donna alta
dai capelli castani ramati che indossa un tailleur verde sul risvolto della cui
giacca è appuntato un distintivo dorato da detective, gli occhi sono nascosti
da grandi occhiali a specchio. Con lei c’è un detective che Thomas Chalmers
conosceva bene in quella che ormai considera un’altra vita: il Sergente Francis
Tork del 28° Distretto che gli rivolge uno sguardo perplesso.
-Tenente
Molly Von Richthofen, Divisione Buoncostume.- si presenta la donna -Il caso è
mio adesso.-
Impossibile capire se Tork sia
contento oppure no che la squadra dei detective del suo Distretto sia stata
sollevata da indagini che coinvolgono la sua zona a Harlem, la sua faccia è
decisamente di pietra.
-Von
Richthofen?- esclama -Il suo nome non mi è nuovo.-
-La
donna fa una smorfia strana e replica:
-Avrà
sentito nominare il mio omonimo, il Barone Rosso, sì, proprio quello di Snoopy
e no, non so se siamo parenti.-[4]
taglia corto lei
C’è un breve giro di presentazioni
poi la Detective riprende la parola:
-Torniamo
a cose veramente serie, signori e bella signorina. Stiamo indagando su
quest’organizzazione da tempo e da quel che abbiamo capito, se scoprissero dove
sono le ragazze, potrebbero perfino provare a riprendersele anche a costo di
fare una carneficina.-
-Ma
è assurdo!- esclama ancora Jody.
-Non
per loro. Ieri, grazie a quel nuovo tipo, il Leopardo Nero, abbiamo messo le
mani su uno dei capi: Cristu Bulat.-
-Sembra
un nome rumeno.- commenta Thomas Chalmers.
-Complimenti,
lo è. Cristu è un tipo da prendere con le molle ed ha un passato da mercenario.
Quello veramente pericoloso in famiglia, però è suo padre Tiberiu. Da giovane
era nella Securitate[5] di
Ceausescu. Al crollo del regime fuggì in Bosnia e si mise alla testa di una
banda di mercenari che si rese colpevole di crimini atroci, è ricercato dal
Tribunale Penale Internazionale. Se fosse qui come suo figlio, sarebbe capace
di prendere d’assalto il carcere per liberarlo.-
Il vecchio che era alla villa… se
solo avessi saputo, pensa Chalmers, ma è inutile piangere sul latte versato.
-Sapete
un sacco di cose.- dice infine -Eppure quella gente è ancora libera di condurre
i suoi sporchi traffici.-
-Sapere
le cose e poterle provare in Tribunale sono due cose diverse, Mr. Chalmers ma
io non mollo. Ora abbiamo Cristu Bulat e intendo tenermelo stretto più che
posso ed usarlo per arrivare a suo padre.-
-Le
auguro buona fortuna, Tenente.- le dice ancora Chalmers.
-La
fortuna uno se la fa da sé.- replica lei.
È appena uscita assieme a Tork che
Jody Casper dice:
-Ora
mi ricordo dove ho sentito parlare di Molly Von Richthofen e non c’entra un
aviatore tedesco morto un secolo fa. Lei era un Sergente in forza alla Squadra
Omicidi di Manhattan Nord. Aveva appena risolto un caso importante ed era stata
convocata al Quartier Generale della Polizia per una conferenza stampa. Il
Commissario di allora ne approfittò per farle delle avances piuttosto pesanti e
lei gli sferrò un calcio nelle palle.-
-Io
l’avrei ucciso.- borbotta Okoye e Chalmers spera che Jody non l’abbia sentita.
Il giovane afroamericano prosegue:
-Per
sua sfortuna il Commissario era uno dei pochi nel Dipartimento a non sapere che
Molly Von Richthofen è lesbica o non ci avrebbe nemmeno provato con lei… o
forse sì, chi può dirlo? In ogni caso non sarebbe finita diversamente. Per
ulteriore sfortuna il Commissario aveva dimenticato l’interfono del suo ufficio
acceso. I giornalisti assiepati di fuori sentirono tutto e si affrettarono a
registrarlo. Risultato: il Sindaco cacciò il Commissario a calci e nominò
Arthur Stacy al suo posto, l’ex Commissario fu processato per molestie sessuali
e la Von Richthofen fu promossa Tenente e trasferita alla Divisione Buoncostume
dove, come avete visto, non si limita a scaldare la sedia. Dicono che punti a
diventare Capitano prima dei 35 anni e potrebbe farcela se con il suo
caratterino non pesta troppi piedi di gente che conta.-
-Glielo
auguro.- commenta Chalmers -Intanto faremo meglio a prepararci al peggio..-
Ed
a prevenirlo se è ancora possibile, pensa tra sé.
3.
Tre Pantere Nere ma solo una
rimarrà in piedi alla fine del torneo, una sfida che altri occhi stanno
osservando con interesse da lontano.
Un vincitore chiaro non è ancora
emerso, pensa l’osservatore. L’uomo è in gamba, sembra, ma anche le due donne
lo sono. Una specialmente sembra molto determinata.
A lui poco importa chi vincerà: è
stato incaricato di uccidere il vincitore chiunque lui o lei sia ed è
determinato a farlo quando sarà il momento.
L’osservatore è ignaro di essere a
sua volta osservato da un uomo che veste un costume simile a quello della
Pantera Nera ma candido come la neve.
Fai la tua mossa, pensa il Lupo
Bianco sorridendo sotto la maschera, poi sarò io a fare la mia.
Il casinò non è molto diverso da
tutti i locali dello stesso genere sparsi per il mondo. Si potrebbe benissimo
essere a Montecarlo come a Las Vegas o a L’Avana prima di Castro.
Jessica Drew e Lindsay McCabe
indossano i loro migliori abiti da sera. Quello di Jessica è bianco, lungo con
spacchi laterali, quello di Lindsay è nero e le lascia scoperte le spalle e la
schiena nuda. Tra di loro Rick Mason con indosso un impeccabile smoking con
giacca bianca. La sicurezza del locale li ha perquisiti usando la migliore
tecnologia disponibile senza trovare nulla. Rick sorride pensando che lui
dispone di tecnologia ancora migliore.
I tre avanzano nel salone.
-Sono
indecisa.- sussurra Lindsay -Non so se mi sembra di essere dentro un film di
007 o in “Casablanca”-
-Sono
lieto che tu abbia ancora voglia di scherzare.- replica Mason -Dopotutto siamo
nella tana del lupo… anzi del ragno.-
-Ma
noi non siamo Cappuccetto Rosso o delle inermi mosche.- ribatte Jessica.
-Bene,
signore, ci siamo. Ecco il nostro uomo.-
Seduto, con le spalle rivolte alla
parete, ad un tavolo rotondo da poker sta un uomo
piacente, dai capelli castani ed il fisico muscoloso sui trent’anni circa,
anche lui in smoking ma con la giacca nera. Seduta alla sua destra c’è
Charlotte Witter ed alla sua sinistra Domingo Guzman.
È Charlotte la
prima a notare i nuovi arrivati e l’espressione sul suo volto rende evidente
che ha riconosciuto Jessica.
Luis LaMuerto
alza gli occhi dalle carte e sul suo volto si disegna un’espressione di rabbia
mal contenuta.
-Sbaglio o ha riconosciuto te?- sussurra Jessica a Mason -Vi
conoscete?-
Lui sogghigna e
risponde:
-Non ve l’ho detto? L’altro notte in Guyana ho fatto saltare in
aria il suo yacht.-
Lindsay alza
gli occhi al cielo e sospira.
Cigno Nero valuta
rapidamente il da farsi e sceglie di non fare nulla. Guarda i due davanti a sé
e dice:
-Adesso posso sapere
come mai mi stavate aspettando? Nessuno sapeva che sarei venuta qui a parte un
uomo che non mi tradirebbe mai e…- un’espressione di stupore si dipinge sul suo
viso -… e il mio committente ma non ha senso.-
-Ce l’ha, se il tuo
committente voleva metterti alla prova prima di assumerti per il tuo vero
incarico.- dice il giovane Duca, poi aggiunge una sola parola -Damocle.-
E Nina è ancora più sorpresa.
4.
Senza mostrare timore o preoccupazione
Rick Mason si avvicina al tavolo dove siede Luis LaMuerto assieme ai suoi
luogotenenti.
-È
possibile fare una partita o questo tavolo è riservato?- chiede.
Si usa dire: “Se gli sguardi
potessero uccidere…”, l’uomo che si fa chiamare Tarantula Nera possiede il
potere per rendere quel modo di dire una realtà ed il lampo che passa
brevemente nei suoi occhi fa capire che sta considerando la cosa ma alla fine
sceglie di non farlo.
-Decido
io chi siede a questo tavolo e lei e le sue amiche potete farlo, señor. Garantisco io personalmente la
vostra incolumità fino alla fine della partita.-
C’è un moto di stizza da parte
della bionda al suo fianco ma Luis la ignora. Lei rivolge uno sguardo di fuoco
alla bruna davanti a lei che ricambia.
Mason si siede proprio di fronte a
Luis e replica:
-Molto
gentile da parte sua, Señor
LaMuerto.-
-Le
risse e gli omicidi danneggiano gli affari del locale ma non mi fraintenda: noi
due abbiamo un conto in sospeso e lei lo pagherà con gli interessi una volta
uscito di qui. Intanto lei è in vantaggio su di me perché evidentemente sa chi
sono ma io non conosco il suo nome.-
-A
questo c’è rimedio: mi chiamo Mason, Rick Mason.-
-Mason…
sento che il suo nome dovrebbe dirmi qualcosa ma non ricordo cosa. Non importa,
lo scoprirò. Molto bene, Señor Mason,
devo avvertirla che al mio tavolo non c’è limite alle puntate. Voi americani
direste che il limite è il cielo.-
-Nessun
problema, dispongo di fondi illimitati.-
Luis LaMuerto sorride ed aggiunge:
-Questo
lo vedremo. Ora cominciamo. Preferisce la variante europea o il Texas Hold
‘em?-
-Il
Texas Hold ‘em andrà benissimo.-
-Muy bien. Per questa mano sarò io il
mazziere. La puntata minima è 100 dollari.
Lindsay McCabe emette un fischio e
Luis sogghigna:
-Il
gioco è troppo forte per la señorita?-
dice, sarcastico.
-No
di certo.- si affretta a dire la ragazza -Dia le carte.-
Jessica Drew si china verso Mason
e gli sussurra:
-Spero
che tu sappia quello che fai,-
Lui abbozza un sorriso e replica:
-Stai
tranquilla, so esattamente quello che faccio.-
-È
quando mi dicono così che di solito comincio a preoccuparmi.- ribatte lei.
Un’incredula
Cigno Nero esclama:
-Tu conosci la parola
d’ordine concordata con il mio committente per fermare l’operazione?-
Ovviamente sì.-
ribatte il Duca di Lichtenbad -Visto che sono stato io ad assumerti.-
-Mi avresti assunto
per ucciderti? Che senso ha?-
-Volevo metterti alla
prova, vedere se davvero eri all’altezza della tua fama e se saresti stata
capace di superare le difese approntate da mio zio Klaus. Ammetto che sono
rimasto deluso quando sei stata sconfitta facilmente dalla Spadaccina ma ora
capisco che lo hai fatto apposta. Adesso possiamo passare al tuo vero
incarico.-
-Che sarebbe?- chiede
Nina in tono diffidente.
-Uccidere un uomo
ovviamente.-
-Chi?-
Il giovane Duca sorride e replica:
-L’unico uomo che
temo in tutto il Lichtenbad: mio zio Heinrich.-
4.
L’atmosfera
attorno al tavolo è tesa. Domingo Guzman pone sul tavolo fiche per 50 dollari,
il cosiddetto piccolo buio; Jessica Drew pone sul tavolo 100 dollari, il grande
buio; A questo punto Luis LaMuerto distribuisce due carte coperte a ciascun
giocatore compreso se stesso. Ognuno di loro osserva le sue carte.
Tocca a Rick Mason parlare e dice
semplicemente:
-Trecento.-
Lindsay
McCabe sospira ma scegli di vedere i 300, lo stesso fa Charlotte Witter. Ora
tocca a Luis LaMuerto che con voce stentorea annuncia:
-Mille!-
Domingo
Guzman sogghigna e vede i mille. Jessica riflette qualche istante e poi dice:
-Vedo i mille.-
quindi pone sul tavolo altri 700 dollari.
Il viso di Rick Mason sembra di
pietra mentre dice:
-Rilancio di
tremila.-
Lindsay si fa sfuggire un gemito e
poi dice:
-Passo.-
Dopo qualche istante di riflessione
anche Charlotte fa altrettanto. Luis sogghigna e dice:
-Vedo i suoi tremila
e ne aggiungo altri duemila.-
Guzman vede e così fa anche Jessica.
Il gioco torna a Mason che annuncia.
-Rilancio di 5.000.-
C’è
una specie di boato in sala. Lindsay passa ancora ed anche Charlotte. Luis
dice.
-Vedo.-
A questo punto mette sul tavolo tre
carte scoperte: un re di fiori, una donna di cuori e un asso ancora di fiori.
Tocca a Domingo Guzman parlare e
passa e così Jessica. Mason dice:
-Tremila.
Lindsay e Charlotte passano ed a
questo punto la sfida diventa un duello tra Rick Mason e Luis LaMuerto fatto di
rilanci. Alla fine sul tavolo c’è un piatto da capogiro. Le ultime due carte,
un dieci di fiori e un re di cuori.
L’ultimo rilancio è terminato, è il
momento di scoprire le carte. Luis volta le sue: re di picche e re di quadri.
-Poker di Re.-
annuncia soddisfatto.
Rick non dice niente e con studiata
lentezza volta la sua prima carta.
Khanata scatta scegliendo come
bersaglio Shuri, ma la sorella di T’Challa evita il suo calcio e lo prende per
le caviglie mentre si getta a terra. Lui vola sopra la sua testa e piomba
contro il palco della Famiglia Reale con un tonfo sordo.
Shuri attende ma Khanata non si
muove. La ragazza si volge verso la cugina e dice:
-Siamo
rimasti solo noi due. Facciamola finita adesso.-
Dora
Milton esce dal centro per donne maltrattate per recarsi ad un vicino diner. Si
accomoda ad un tavolo e sta sfogliando il menù quando davanti a lei si siede un
uomo anche lui di colore: Thomas Chalmers.
-Dora Milton eh?-
dice in tono ironico.
-Dovevo trovarmi un
nome una volta qui in America e questo suonava bene.- replica la ragazza -Non è
molto diverso da quello che hai fatto tu con T. Chalmers,-
-Toccato! Non mi
avevi detto di aver assunto anche tu una falsa identità americana.-
-Non me l’hai
chiesto. Omoro ha fatto un lavoro eccellente
coi documenti, nessuno ha sospettato che io fossi africana e men che meno
wakandana. Pensano che venga da un posto chiamato Louisville nel Kentucky.-
Chalmers abbozza un sorriso.
-E così lavoriamo
entrambi per la comunità -
-Mi hai dato tu
l’idea. Non pensavo che così tante donne subissero violenza dagli uomini… dai
loro uomini.-
-Benvenuta nel mondo
reale Okoye. Stasera ne avrai un altro assaggio.-
-Che vuoi dire? Credi
anche tu come quella poliziotta che quei bastardi tenteranno di riprendersi le
donne?-
-Mi sono informato su
Tiberiu Bulat è un folle sadico che ha fatto cose tremende. Forse i suoi soci
non lo farebbero ma lui è diverso, incontrollabile. Farà qualcosa, ne sono
certo, ma …-
-Ma?-
-Ma si spezzerà le
unghie sulle zanne di un leopardo.-
5.
Shuri attacca con un balzo elegante
e piomba sulla cugina trascinandola a terra. M’Koni reagisce facendola volare
sulla sua testa. Una rapida capriola e la sorella di T’Challa atterra sui
talloni.
Le due donne si fronteggiano in
silenzio. Attendono che l’altra faccia la prima mossa. È ancora Shuri a
muoversi per prima sferrando un calcio rotante alla sua avversaria.
M’Koni barcolla e sotto la maschera
Shuri sorride soddisfatta.
-Sei mia.- sussurra.
Scatta in avanti per colpire ancora
M’Koni ma improvvisamente lei alza il braccio parando il colpo ed approfitta
del fatto che Shuri ha la guardia scoperta e la colpisce al collo col taglio
della mano destra.
Prima che Shuri possa reagire, un
altro colpo la coglie al mento poi M’Koni scatta all’indietro e le sferra un
calcio.
Shuri rimane ferma per qualche
secondo poi cade in avanti. Nessuno fiata restando in attesa ma Shuri non si
muove.
M’Koni si volge verso il palco reale
e con gesto teatrale si sfila la maschera che le celava il volto e proclama:
-Ho vinto! Sono la
nuova Pantera Nera!-
Nessuno ha nulla da ribattere.
La prima carta di Rick Mason è una
donna di fiori. Al tavolo e tutt’intorno i presenti trattengono il fiato mentre
volta la seconda: jack di fiori-
-Scala Reale.-
annuncia con un sorriso -Temo di aver vinto.-
Le labbra di Luis LaMuerto tremano
leggermente mentre fatica a mantenere la sua maschera di impassibilità.
-I miei complimenti
Señor. Onoro la sua abilità e la sua fortuna. Darò immediatamente disposizione
perché le sia pagato immediatamente ciò che le devo.-
-La ringrazio. Sarò
lieto di concederle la rivincita un altro giorno.-
-Oh, questo è certo.-
Senza badare alla minaccia
implicita, Rick si alza dal tavolo seguito da Jessica Drew e Lindsay McCabe.
Quest’ultima si rivolge a lui dicendo:
-Hai corso un bel
rischio e se non fossero uscite le carte giuste?-
-Ma sono uscite no?-
-Cosa vorresti dire?-
Rick si limita a sorridere e Jessica
soffoca una risatina.
La
cacciatrice ha atteso pazientemente che la sua preda tornasse alla sua tana
scegliendo una postazione in cui i suoi sensi ipersviluppati non potessero
cogliere la sua presenza.
Finalmente
la sua pazienza è stata premiata: il figlio di Wolverine ed il suo attuale
compagno sono ora nel suo mirino e dall’ingrandimento le pare quasi di poter
allungare la mano e toccarli.
La
cacciatrice sorride e con un gesto rilassato stringe il dito sul grilletto.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Ed eccoci all’inizio del secondo
centinaio di questa serie con uno stacco netto rispetto all’episodio
precedente. Vi chiederete che ne è stato di Melissa Greville e Clive Reston o
se e quando il dio giaguaro di Costa Verde tenterà la sua vendetta sui
poliziotti di San Francisco. Alcune risposte arriveranno già col prossimo
episodio.
Ma veniamo alle note:
1)
Molly Von Richthofen è stata ideata da
Garth Ennis & Steve Dillon su Punisher Vol. 4° #4 datato luglio 2000. Mi
scuso sin d’ora se non saprò renderle adeguata giustizia.
2)
Klaus II Duca di Lichtenbad è una mia
creazione originale.
3)
La Spadaccina è stata creata da Nick
Spencer & Marco Checchetto su Avengers World #8 datato agosto 2014.
4)
L’agente della C.I.A. che raccoglie
Elektra in Medio Oriente e che è ancora senza nome, è un personaggio esistente
di cui avrete maggiori notizie nel prossimo episodio e a proposito…
Nel
prossimo episodio: un viaggio nei misteri di Las Vegas, vendette incrociate ai
Caraibi, Elektra nel mezzo di una complessa partita tra servizi segreti e molto
altro.
Carlo
Carlo